Gentili Famiglie, Assistenti Amministrativi, Collaboratori scolastici, Docenti ed Educatori,

In questi giorni circolano su diversi media immagini e comunicazioni intorno alle condizioni degli edifici in cui è ospitata la comunità scolastica della Scuola primaria Giotti che mettono in risalto grandi criticità.

Per meglio comprendere quanto viene diffuso, cito alcune delle espressioni lette: – bagni chiusi, soffitti ammalorati, lavandini non funzionanti, cadono malte; eventuale presenza di amianto; degrado dei bagni; condizioni disastrate dei bagni.

Riporto, anche, le proposte indicate: – meglio sarebbe fare un intervento in emergenza già durante l’anno scolastico in corso; c’è anche da approfondire la questione della presenza di materiali contenenti amianto; bisogna sapere se questi materiali sono innocui per chi opera nella scuola o se si debbano prendere delle misure di sicurezza per chi ne venisse in contatto.

Se dovessi descrivere le emozioni che queste informazioni generano nei lettori, direi: rabbia, preoccupazione, paura, sconcerto, frustrazione, disagio, impotenza, insicurezza.

Tanto più che gli ambienti sono abitati da bambine e bambini, ovvero da persone su cui deve esercitarsi un grado maggiore di protezione e cura e che, invece, sembrano lasciati in condizioni di pericolo.

Ma le cose stanno proprio così? Si tratta di un degrado e di un’incuria di sistema su cui si è deciso di non intervenire? I bambini sono in pericolo persino per l’aria che respirano?

Provo a chiarire la situazione e gli interventi previsti.

È vero che le condizioni di alcuni bagni sono critiche a causa della vetustà degli impianti. Questo non significa che gli ambienti non siano tenuti con cura dal personale collaboratore scolastico, che si incarica della costante pulizia e sanificazione. Le segnalazioni di manutenzione ordinaria, rispetto ad improvvise rotture o malfunzionamenti, vengono costantemente prese in carico e portate a buon fine dall’amministrazione comunale.

In più occasioni abbiamo sollecitato la realizzazione di un intervento straordinario, ma la necessità di un adeguamento consistente, con rinnovo di tutti gli impianti e la creazione di bagni per persone con disabilità renderebbe impraticabile la struttura per un periodo consistente, incompatibile con le attività scolastiche.
Per questo, in accordo con l’amministrazione comunale, si è stabilito che il rinnovo dei bagni venga realizzato durante gli interventi di adeguamento della struttura scolastica, isolando, di volta in volta, le aree oggetto di tali lavori.

Relativamente alla tenuta dei solai, l’edificio è risultato perfettamente adeguato, con prove da carico che hanno evidenziato la solidità delle strutture. L’eventuale piccolo distacco di malte, dovuto all’umidità trattenuta dalle pareti, è costantemente segnalato ed è oggetto di interventi di ripristino immediati. Vi sono state prove, compiute da esperti, anche sulla tenuta degli intonaci dei soffitti, che nella sede centrale non hanno portato all’evidenza di criticità. All’opposto, alla Scuola Laghi, individuata una situazione di rischio potenziale, gli ambienti sono stati temporaneamente chiusi, sono stati realizzati degli interventi sui soffitti e solo a seguito di nuovo collaudo, gli stessi ambienti sono stati dichiarati accessibili.

La affermazione di persistenza nell’aria di particelle di amianto è infondata: vi sono stati frequenti interventi di esperti che hanno monitorato la qualità dell’aria poiché vi sono alcuni pavimenti plastici incollati con colle di vinile amianto – tra cui quelli della presidenza – ed hanno sempre rilevato che l’aria respirata non contiene in sospensione particelle di amianto e sono preservati i parametri di salubrità.

Infine, l’amministrazione comunale ha aperto un tavolo di lavoro con la nostra scuola dal 2020, dimostrandosi disponibile ad integrare i progetti realizzati con le indicazioni della comunità, affinché la qualità dei lavori e le modalità di esecuzione degli stessi tengano conto delle istanze della comunità scolastica.

Cosa dire, allora, delle notizia apparse in questi giorni?
Tengo sulla mia scrivania il Manifesto di Parole Ostili che, al punto n. 7 recita: CONDIVIDERE È UNA RESPONSABILITÀ.

Riflettendo su questo principio, mi chiedo se la diffusione di notizie, che richiamano un pericolo imminente abbia portato ad un bene maggiore.
Mi domando: vi è un beneficio che traiamo dall’essere indotti a credere che bambini e bambine rischino costantemente di essere colpiti da malte pericolanti o di respirare amianto? È corretto alimentare in tutti noi e, soprattutto nei più piccoli, questa percezione di insicurezza?

È responsabile aumentare il clima di disagio, di scarsa fiducia nelle istituzioni e di non affidamento che bambini e bambine sentono così precocemente?
Che società immaginiamo di costruire, basandoci sulla paura dei bambini e sulla disistima delle istituzioni?

Per questo, condividere è una responsabilità.

I media hanno dato notizie gravemente preoccupanti a genitori e bambini, che non hanno modo di verificarne l’attendibilità, ma solo di reagire con preoccupazione e paura.
È un momento di crescita?
Sono questi i modi che la scuola sceglie per strutturare la cittadinanza attiva di alunne ed alunni?

È corretto che qualcuno, che non si è qualificato, riporti all’esterno queste notizie senza garantirne l’attendibilità?
Con queste scelte, ha assicurato la conservazione di uno spazio di dialogo in cui confrontarsi e rinsaldare la fiducia? È una condizione di democrazia partecipativa?

Elementi che appaiono come criticità possono trasformarsi in occasioni di crescita se la comunità li condivide con responsabilità ed ha modo di confrontarsi, discutendo di soluzioni realizzabili e a favore di tutti.
Questo è il compito della scuola. Su questo ci impegniamo ogni giorno.

La Dirigente Daria Parma